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 Is anything real? A forthright answer to the posed question would be: of course it is. Everything that is noticeable to us through our senses - taste, sight, touch, smell, and hearing – can be classified under the term: reality. This notion might seem as a solid take on the subject, however, it promptly starts to feel insubstantial. We could adjust the definition and equate reality with those objects and phenomena which appear uniform to an adequately large group of people. 

In light of relatively uncomplicated experiments, we come to learn that the way the brain processes a given stimulus, the ‘true’ nature of the observed might possibly be altered, creating divergence from reality in considerable ways. The mode we have access to the world, variety of filters, webs of relations also influence our fundamental comprehension of our surroundings. Certain qualities are unaccounted due to holes in our intuitive understanding of the physical world - lack of knowledge. 

We cannot perceive reality in one go, neither as a whole, yet, we attempt to get closer to decipher it. As we strive to acquire a profound sense of the world, our processing system fills the gaps, missing pieces of information with fabricated sets of traits. As a result, a delusional, abstract idea complements what actually exists. The reasonable question raised here would be: where is the borderline between perception, deception and reality? Can their interconnectedness be justifiable at all? 

The more we contemplate this fruitful paradox, the more intriguing it becomes. Just like ‘The Flower in the Mirror and the Moon in the Water’ solo exhibition of Hu Huiming, organized at Budapest Art Factory, Hungary. 

The underlying principle of the show is in fact the dichotomy of reality and deception – nothing gives the impression of being real more than the array of everyday objects, such as books, mirrors or paintings, but things are not as they appear. Just as the Chinese proverb - the flower in the mirror and the moon in the water - points out, the way we experience our surroundings is an illusion, a mirage. 

By examining the all-encompassing view of the 900x80 cm painting, we come to realize the philosophy of Hu Huiming. The center figure of the artwork – the merge of a duplicating female face (that of the artist) and a male torso – is a stark reminder that the core essence of the world is the coming together of opposites (yin-yang) and the modes these forces give rise to one another. However, even though everything has two sides, our understanding remains solely partial. 

A feeling of doubt occurs as the artist treats the human body as a flexible medium, in spite of the fact that it is anchored by a set of biological systems in accordance with scientific reasoning. Through undermining the laws of science and composing realistic body parts on unrelated surfaces, limbs of the human form, our knowledge of anatomy and the working mechanism of the body is steadfastly deconstructed. Where one notion is destroyed, another emerges in its place – the equilibrium is restored by displaying a new figure which exemplifies the complexity of the flesh. 

Common sense dictates that as viewers we are exempt from this puzzling act. Huiming thinks otherwise as she outlines fragmented faces on mirrors, attracting us to fill the gaps with our own physiognomies. HUISTHIS? We ask ourselves once we fail to recognize the reflection, which until this point, we thought was distinct and most importantly, real. 

Perception and reality, two divergent yet mutually dependent things, the threshold of which is volatile. ‘The Flower in the Mirror and the Moon in the Water’ solo show makes us realize that our observation of the world is severely limited. It is an invitation to rid ourselves from expectations, paving the way for a novel vision of ‘the real’. 

At the end of the day, whatever type of reality you believe you are inhabiting might just simply be wrong. 

Evelin Pál 

(IT)

É reale? Una risposta immediata a tale domanda sarebbe: certo che lo è. Qualunque cosa sia percepibile attraverso i nostri sensi – gusto, vista, tatto, olfatto e udito – può essere classificato sotto il termine: realtà. Questa nozione potrebbe sembrare una solida considerazione sul tema, che tuttavia inizia subito ad apparire inconsistente. Potremmo modificare la definizione ed equiparare la realtà a tutti quegli oggetti e fenomeni che appaiono uniformi ad un gruppo sufficientemente vasto di persone.

Alla luce di esperimenti relativamente elementari, veniamo a conoscenza che, per il modo in cui il cervello processa un dato stimolo, la “vera” natura di ciò che viene osservato potrebbe essere alterata, creando una divergenza significativa rispetto alla realtà. Il modo in cui abbiamo accesso al mondo, la varietà di filtri e persino le relazioni, influenzano la nostra comprensione fondamentale di ciò che ci circonda. Alcune qualità restano inspiegabili a causa di lacune nella nostra comprensione intuitiva del mondo fisico – mancanza di conoscenza.

Non possiamo percepire la realtà in una sola volta, né nel complesso, ma tentiamo di avvicinarci il più possibile a decifrarla. Mentre ci sforziamo di acquisire un profondo senso del mondo, il nostro sistema di elaborazione colma lacune, e parti mancanti di informazioni attraverso una serie di tratti inventati. Di conseguenza, un'idea delirante e astratta integra ciò che di fatto esiste. Una domanda ragionevole da sollevare qui sarebbe: dove è il confine tra percezione, inganno e realtà? Può la loro interconnessione essere giustificabile?

Più riflettiamo su questo proficuo paradosso, più esso diviene intrigante. Proprio come avviene per l'esposizione personale di Hu Huiming, "Il Fiore nello Specchio e la Luna nell’Acqua", organizzata presso la Budapest Art Factory, in Ungheria.

Il principio fondamentale della mostra è infatti la dicotomia tra realtà e inganno - nulla dà l'impressione di essere reale più della varietà di oggetti di uso quotidiano, come libri, specchi o quadri, ma le cose non sono come appaiono. Proprio come afferma il proverbio cinese - il fiore nello specchio e la luna nell'acqua - il modo in cui sperimentiamo il nostro ambiente è un'illusione, un miraggio.

Esaminando la panoramica di tutti i colori della pittura di 900x80 cm, arriviamo a comprendere la filosofia di Hu Huiming. La figura centrale dell'opera - la fusione tra un volto femminile duplicato (quello dell'artista) e un torace maschile - è un forte richiamo al fatto che il nucleo essenziale del mondo sia l'insieme degli opposti (yin-yang) e le modalità attraverso cui queste forze danno origine l'una all'altra. Tuttavia, anche se tutto è composto da due parti, la nostra comprensione rimane parziale.

Un senso di perplessità si presenta nel momento in cui l'artista tratta il corpo umano come mezzo flessibile, nonostante esso sia ancorato da una serie di sistemi biologici che seguono la logica scientifica. Attraverso l’alterazione delle leggi della scienza e la composizione di parti del corpo realistiche su superfici non collegate, come membra umane, la nostra conoscenza dell'anatomia e dei meccanismi funzionali del corpo viene decisamente scomposta Quando una nozione viene distrutta, un’altra emerge al suo posto - l'equilibrio viene così ripristinato mostrando una nuova figura che esemplifica la complessità della carne.

Il senso comune impone che, come spettatori, siamo esenti da questo atto sconcertante. Huiming pensa al contrario, tracciando volti frammentati sugli specchi, di indurci a colmare le lacune attraverso le nostre proprie fisionomie. HUISTHIS? Ci chiediamo una volta che stentiamo a riconoscere il riflesso, che fino a questo punto, avevamo pensato fosse qualcosa di definito e, soprattutto, reale.

Percezione e realtà, due elementi divergenti ma reciprocamente dipendenti, i confini dei quali risultano volubili. La mostra personale "Il fiore nello specchio e la luna nell’acqua" ci fa realizzare quanto la nostra capacità di osservare il mondo sia gravemente limitata. Si tratta di un invito a liberarci dalle aspettative, aprendo la strada ad una nuova visione del "vero".
In conclusione, qualunque tipo di realtà si creda di vivere, potrebbe essere semplicemente sbagliata.

 

 

(SP)

¿Hay algo real? Una respuesta directa a la pregunta planteada sería: por supuesto que sí. Todo lo que se percibe a través de nuestros sentidos - gusto, vista, tacto, olfato y oído-, se puede clasificar bajo el concepto de realidad. Esta noción puede parecer como una toma sólida en el campo, sin embargo, rápidamente empieza a hacer sentir insubstancial. Podemos ajustar esta descripción e igualar la realidad con estos objetos y el fenómeno que aparece uniforme para adecuarlo a un conjunto de personas.

A la luz de experimentos relativamente sencillos, podemos llegar a concluir que la forma en la que el cerebro procesa un estímulo dado, la “verdadera” naturaleza con la observamos puede ser alterada creando una divergencia de la realidad en considerables maneras. El modo en el que accedemos al mundo, la variedad de filtros y redes de relaciones también nos influencia en la comprensión de nuestro alrededor. Ciertas cualidades no están contabilizadas debidas a nuestro entendimiento intuitivo del mundo físico – falta de conocimiento.

No podemos percibir la realidad de una toma, ni por completo, todavía, estamos haciendo intento a descifrarlo. Al igual que intentamos adquirir un sentido profundo del mundo, nuestro sistema de proceso rellena los huecos, faltando piezas de información con rasgos prefabricados. Como un resultado, una decepcionante idea abstracta complementa a la que actualmente existe. Esa pregunta razonada formulada, podría ser: ¿dónde está la línea que separa la percepción, decepción y realidad? ¿podría esa conexión entre ellas, justificarla?

Cuanto más contemplamos esta provechosa paradoja, más intrigante se vuelve. Como “La Flor en el Espejo y la Luna en el Agua” la exhibición individual de Hu Huiming, organizada en el “Art Factory” de Budapest en Hungría.

El principio fundamental de la exposicion es el hecho de la dicotomía de la realidad y del engaño – nada nos da la impresión de ser real, más que la forma de los objetos que observamos diariamente, como libros, espejos o pinturas, pero estos objetos no son lo que aparentan. Como dice el proverbio chino - La Flor en el Espejo y la Luna en el Agua – nos muestra la manera en la que nosotros experimentamos nuestros alrededores es una ilusión, un espejismo.

Tras estudiar la vista que abarca la pintura de 900x80 cm, nos damos cuenta de la filosofía que nos muestra HuHuiming. En el centro de la obra – surge un rostro femenino duplicado y un torso masculino – es un recordatorio llamativo donde la esencia principal del mundo es la unión de opuestos (yin-yang) y la manera en la que esta fuerza nos elevan una a la otra. Sin embargo, aunque todo tenga dos partes, nuestro entendimiento nos permanece solamente lo imperfecto.

Un sentimiento de duda ocurre cuando la artista trata el cuerpo humano como un medio flexible, a pesar de que está relacionado con un conjunto de sistemas biológicos de acuerdo al campo científico. A través de la rotura de las leyes de la ciencia y de la composición formada por partes del cuerpo o superficies no identificadas, extremidades del cuerpo humano, nuestro conocimiento de anatomía y ese mecanismo de trabajo firmemente se destruye. Cuando un concepto es refutado, otro sucede en su lugar – ese equilibrio es reconstruido aportando una nueva figura que muestra como ejemplo la complejidad de la piel.

El sentido común nos hace llegar como espectadores que estamos exentos de este acto misterioso. Huiming piensa que al igual que ella representa las caras en los espejos, nos hace sentir atraídos para rellenar esos espacios con nuestra propia fisionomía. HUISTHIS? Nos hace pensar que una vez que fallamos al reconocer esa reflexión, que hasta este punto, habíamos pensado que era diferente y mucho más importante, real.

Percepción y realidad, dos conceptos divergentes, pero mutuamente dependientes, el conjunto de ellos es “volátil”. “La Flor en el Espejo y la Luna en el Agua” como espectáculo nos hace pensar que la manera en la que observamos el mundo es limitada. Es una invitación para dejarnos llevar por las expectaciones, allanando el camino para una nueva visión de la realidad.

Al final del día, cualquier realidad en la que tu creas y vivas puede perfectamente no ser real.

(HUN)

Létezik bármi is? Zsigerből válaszolva a kérdésre: hát persze. Minden, amit érzékeinken keresztül észlelünk ízlelés, látás, tapintás, szaglás és hallás útján a valóság fogalma alá csoportosítható. Ez az elgondolás jól behatárolt definíciónak tűnik, ám tüstént felületesnek hat. Módosítva az előbbi koncepciót, a valóságot azon tárgyak és jelenségek összességének tudhatjuk be, amelyek egységesnek is mutatkoznak a jelentős többség számára. 

Egyszerű kísérletek fényében arra a következtetésre juthatunk, hogy miként az agy egy adott ingert a feldolgozás folyamatának vet alá, a vizsgált alany ’valódi’ sajátosságai módosulnak, számottevő eltérést eredményezve a valóságtól. A világhoz való hozzáférési lehetőségeink, különféle szűrők és kapcsolati hálók mind befolyással bírnak környezetünk alapvető feltérképezésében. Bizonyos tulajdonságok elvésznek a fizikai világ megértésében folytatott küzdelemben a töredékes értelmezésnek köszönhetően, amely a tudás hiányából fakad. 

Nem tudjuk a valóságot nyomban érzékelni, sem egészében, mégis vannak arra irányuló törekvéseink, hogy megfejtsük talányait. Ahogy mélyreható ismeretek elsajátításán fáradozunk világunkat illetően, felfogó képességünk valóságtól elrugaszkodott vonásokkal igyekszik a meglévő űrt, információhiányt pótolni. Ebből adódóan koholt, absztrakt képzetekkel egészíti ki azt, amit a valóságból érzékelt. Ésszerűen ötlik fel tehát bennünk a kérdés: hol húzódik a határ az érzékelés, téveszme és valóság között? Egyáltalán igazolható összefüggésük? 

Minél erősebben elmélkedünk ezen a termékeny paradoxon, annál nagyobb fejtörést okoz. Csakúgy, mint Hu Huiming egyéni kiállítása, amely ’Tükörben Látszódó Virág, Vízben Tükröződő Hold’ címmel került megrendezésre a Budapest Art Factory-ben Magyarországon. 

A tárlat alapvetően a valóság és káprázat kettősségét járja körül – semmi sem tűnik valóságosabbnak, mint a hétköznapi tárgyak sokasága: könyveké, tükröké, vagy festményeké, de a dolgok eltérést sejtetnek a látszattól. Ahogyan a kínai közmondás is tartja - tükörben látszódó virág, vízben tükröződő hold – környezetünk érzékelésének módja illúzió, káprázat. 

A 900x80 cm-es festmény mindent felölelő panorámáját vizsgálva érthetővé válik Hu Huiming filozófiája. Az alkotás központi figurája, amely egyesít egy megkettőzött női arcot (a művészét) egy férfi torzóval, erőteljesen kifejezi, hogy az ellentétpárok létezése (yin-yang), illetve azoknak egymáshoz viszonyított kölcsönhatása a világ alapkövét jelentik. Bár mindennek két oldala van, ismeretünk mégis csupán részleges. 

Kétségek merülhetnek fel abban az esetben is, ahogy a művész képlékeny médiumként kezeli az emberi testet, annak dacára, hogy a tudomány által igazolt, rögzített biológiai rendszerekből áll. A tudományosan felfedett törvényszerűségek aláaknázásával, realisztikusan ábrázolt testrészeket fest hozzájuk nem szervesen kapcsolódó testi felületekre, végtagokra. Ekképp ássa alá anatómiai, valamint a test működésével kapcsolatos ismereteinket. Azonban ahol egy elmélet megdől, új lép a helyébe – az egyensúly visszaáll, miként megújult olvasatában jelenik meg a test összetettsége. 

Józan feltételezés volna, hogy nézőként immunisak vagyunk a fent említett tébolyra. Huiming ellenben máshogy vélekedik és bevonja nézőit a játékba – tükörre festett arctöredékekkel csábít arra, hogy a hézagokat saját fiziognómiánkkal egészítsük ki. HUISTHIS? (KIEZ?) Tesszük fel a kérdést, amint kudarcba fullad tükörképünk felismerése, amelyet eddig sajátosnak, és mindenekelőtt: igazinak hittünk. 

Érzékelés és valóság, két különböző ám egymástól mégis függő fogalom, amelynek mezsgyéje illékony. A ’Tükörben Látszódó Virág, Vízben Tükröződő Hold’ egyéni kiállítás arra ébreszt, milyen korlátolt tapasztalataink vannak a világot illetően. Felkérés arra, szabadítsuk fel magunkat elvárásainktól, hogy ’a valóság’ új víziójával szembesüljünk. 

Végső soron, akármilyen valóság létezésében is hiszel, meglehet, hogy téves.

(CH)

        一切都是真实的吗?即刻回答这个问题的答案将会是:当然。我们的所有感官---味觉,视觉,触觉,嗅觉和听觉---都是在真实的感知中被分成不同的类别。这个概念似乎是对这个问题的一个牢固的看法,然而立即深想,就无法感觉到它的实质性。我们可以调整定义,并将真实和对大众来说统一概念的物体和现象等同起来。

    根据相对简单的实验,我们来了解大脑处理特定刺激的方式,被观察的‘真实’自然可能会被改变,在很大程度上造成与现实的分离。我们进入世界的模式,各种过滤信息,关系网络等也影响这我们对周围环境的理解。另外,在理解物理世界中知识的匮乏是我们没有办法补缺的漏洞。

     我们无法一眼就感知到现实,当然也无法完全的认识它,我们只能努力地接近它一层层解开它的谜团。当我们努力获得对世界的深刻理解时,我们的思维处理系统能够满足一部分需求,然后被一些编造出来信息所填补。结果是一个妄想抽象的想法补充了实际存在的事物。这里一个合理的问题将是:知觉、欺骗和真实之间的界限在哪里?它们之间的相互关系是合理的吗?

    我们越多考虑这种富有成效的悖论,它就显得越有趣。正如布达佩斯艺术工厂为胡慧明组织的个展《镜花水月》一样。

      展览的基本原则是对现实和欺骗的二分法---没有什么比日常物品给人更多的印象,比如书,镜子或者画,但是胡慧明的作品都不像它们的表面一样。镜花水月这句成语完美地诠释了我们对周围事物的经验,只是一种幻象、蜃景。

       从全面观察展览中心的九米长卷,我们进入胡慧明的哲学。画面正中的两幅脸正是艺术家的自画像和一个男人身躯的结合,提醒我们世界的中心起源于阴阳的结合,相辅相成、对立互补的元素。然而,尽管一切都有两面,但我们对其的理解也仅仅是很小的一部分而已。

     艺术家将人体作为一种灵活的媒介,让人产生怀疑的感觉,尽管事实上,依据科学推理,这种感觉来源于生物系统的锚定。通过破坏科学规律,在无关的表面上构成逼真的人体肢体和身体部位,我们的解剖学知识和对身体工作机制的理解也同时被坚定地瓦解。通常情况下,当一个概念被推翻时,就会出现另一个来填补它的位置---作品中的新形象展现例证了肉体的复杂性,重置了平衡。

    在我们的常识中,观众总是在令人费解的艺术作品外徘徊。而胡慧明用她的镜面局部肖像吸引我们用我们的身体加入她的艺术。镜面绘画系列作品《HUISTHIS?》,当我们无法认出镜中反射的自己时,我们会开始自问,或许这一刻的想法才是重要的真实。

     感知和真实,两者不同又相互依赖,它们之间的关系也是不断波动的。参观胡慧明个展《镜花水月》让我们意识到我们对世界的观察是多么的有限,她的展览邀请我们从期待中解脱自我,用新视角为‘真实’铺路。

    最后,我们生活中的任何一种真实,或许有一天我们会发现它们都是一场幻象。

 

 

At the first solo exhibition of Hu Huiming in Budapest there are paintings, burned books, painted face fragments on mirrors and a huge golden frame with a 2x2 miniature painting in it. There are more than 40 artworks that were produced during the one month long residency of the artist.

 

Is this all reality? Or is it only an illusion? Are we misled? Are we skeptical?

 

According to the artist’s philosophy, reality is like “the flower in the mirror and the moon in the water”. As Platon explained in his allegory of the cave, we can only see the shadow of reality. Are we capable of discovering the truth behind the shadows if our knowledge is not sufficient enough to see through deception? The artist's pictures represent her search for an answer to this philosophical thought. She tries to involve her audience through a visual game and encourage them to become skeptical.

  

The central work of the exhibition, a long oil painting (900x80cm), is situated on the main wall of the exhibition space. Eight different body parts can be discovered on this oil painting, neatly placed in a hilly landscape with five burned books on top of it. Creating long oil paintings is part of traditional Chinese culture, although smaller paintings are even more popular. In her portrayal of body parts, the artist went back to famous artworks of classical masters (e.g. Michelangelo's 'David' from 1501-1504 or Gustave Courbet's 'The Origin of the World' from 1866). Among the body parts a two-faced woman with a male body stands out as the focal point of the artwork which symbolizes the center of the universe, yin and yang (female and male). The body parts represent the eight fundamental principles of reality: heaven, earth, fire, water, wind, thunder, lake and mountain. These are called Ba Gua (or the eight symbols) in Taoist cosmology. The principles are portrayed by three-line trigrams (continuous or broken) and represent yin and yang. The trigrams are also connected to the 'five elements' (metal, wood, water, fire and earth) that appear in the form of the five painted books in the painting.

 

To the left of the long painting a group of 25 burned books can be found that similarly tries to find an answer to the philosophical questions discussed above. The pages of the books cannot be turned anymore, as the books themselves gained a new meaning when they got glued together and got repainted. The books, original Hungarian editions from the 1960-70's, were acquired by the artist from second-hand bookshops in Budapest. She burned the books and dipped them in natural glue that she produced herself from a rice soup. Afterwards she let the books dry for a week. With time the books became as hard as wood and lost their original functions completely. At this point the books gained a new meaning. The artist painted unfinished figurative oil paintings in the middle of each book (e.g. hands, one or more faces, a landscape). The exciting artworks that have been created through this method pay homage to the memory of the big book-burning which took place 2200 years ago during the first Chinese emperor Qin Shihuang. It also refers to what people do to their culture, namely that they destroy it and then try to rebuild it.

 

On the wall opposite, seven round mirrors look us in the eye in a playful way. The title of the artwork is: HUISTHIS. The artist painted face fragments on six of these mirrors, which engage the observer in a visual game and invite him to question his perception of reality. On the seventh mirror we can read the manual saying, “Engage with the artwork and distort your own perception. Grab a friend to help take a photo. Position yourself so that your face lines up with the fragmented face in the artwork. Snap a pic and see how it has changed.” If you wanted to you could have uploaded your picture on Instagram immediately (#huisthis).

 

Pictures with different themes, techniques and sizes are to be found on the fourth wall. However all of these pictures try to find the answer to the same question as the previous works. All the oil paintings, mostly portraits, are an attempt to show us our failed perception of reality and our delusion about the world. Why does a brush get into the middle of a portrait if not in order to deceive us and to encourage us to take a moment and look at the world from a different angle. We should not believe what we see in the first place but remain skeptical and consider various kinds of interpretations. We might find truth and reality on the way if we persist in our search.

 

 

Budapest, August, 2017

 

Dóra Halasi

(IT)

La prima personale di Hu Huiming a Budapest è composta da dipinti, libri bruciati, frammenti di volti dipinti su specchio e una gigantesca cornice dorata con all’interno una miniatura di 2 x 2 cm. Sono presenti più di 40 opere d’arte, le quali sono state prodotte durante il mese di residenza dell’artista.

 

È realtà? O è solo un’illusione? Ci facciamo ingannare? Rimaniamo scettici?

 

Secondo la filosofia dell’artista, la realtà è come “il fiore nello specchio e la luna nell’acqua”. Come spiegò Platone nella sua allegoria della caverna, siamo in grado di vedere solo l’ombra di quella che è la realtà. Siamo capaci di scoprire la verità che si cela dietro le ombre se la nostra conoscenza non è sufficiente per vedere oltre l’inganno? Le immagini create dall’artista rappresentano la sua ricerca per dare una risposta a tale quesito filosofico. Lei tenta infatti di coinvolgere il pubblico attraverso un gioco visivo e lo incoraggia a divenire scettico.

 

Il lavoro centrale dell’esposizione, un lungo dipinto (900x80 cm), è collocato sulla parete principale dello spazio espositivo. Otto diverse parti del corpo possono essere scorte in questo dipinto ad olio, disposte candidamente all’interno di un paesaggio collinare, al di sopra del quale compaiono cinque libri bruciati. La creazione di lunghi dipinti ad olio è parte della cultura tradizionale cinese, sebbene pitture di dimensione più ridotta siano ancora più popolari. Nel ritrarre parti del corpo umano, l’artista ha ripercorso l’opera dei maestri classici (come il David di Michelangelo creato tra il 1501 e il 1504 o L’Origine del Mondo di Gustave Courbet del 1866).  Tra le parti del corpo si staglia una donna dal doppio volto e dal corpo maschile, come punto focale dell’opera artistica, a simboleggiare il centro dell’universo, lo yin e lo yang (femminile e maschile). Le parti del corpo rappresentano gli otto principi fondamentali della realtà: paradiso, terra, fuoco, acqua, vento, tundra, lago e montagna. Questi vengono chiamati Ba Gua (otto simboli) nella cosmologia taoista. I principi sono quindi raffigurati attraverso trigrammi a tre linee (continue o spezzate) e rappresentano lo yin e lo yang. I trigrammi sono inoltre connessi ai cinque elementi (metallo, legno, acqua, fuoco e terra) che compaiono sotto forma di cinque libri dipinti all’interno della pittura.

 

Alla sinistra del lungo dipinto, può essere scorto un gruppo di 25 libri inceneriti, che in maniera analoga cerca di trovare risposta alle domande filosofiche già 2affrontate. Le pagine dei libri non possono essere oramai sfogliate, giacché i libri stessi hanno assunto un nuovo significato dal momento in cui le loro pagine sono state incollate insieme e ridipinte. I libri, edizioni originali ungheresi degli anni 60 e 70, sono stati acquistati dall’artista presso un rivenditore di libri usati a Budapest. Ha quindi bruciato tali libri e li ha immersi in una colla naturale prodotta da lei stessa a partire da una zuppa di riso. Dopodichè ha lasciato asciugare i volumi per una settimana. Con il tempo i libri sono divenuti solidi come il legno e hanno perso completamente la loro funzione originaria. A questo punto i volumi hanno assunto un nuovo significato. L’artista ha creato dei dipinti ad olio figurativi ed incompleti nella parte centrale di ogni libro (come una mano, una o più facce, un paesaggio). Questa emozionante opera d’arte è stata creata attraverso questo metodo per omaggiare la memoria del grande rogo di libri che avvenne 2200 anni fa sotto il primo imperatore cinese Qin Shihuang. Si riferisce inoltre a ciò che le persone normalmente fanno della loro cultura, ossia la distruggono per poi provare a ricostruirla.

 

Sulla parete opposta, sette specchi circolari ci guardano negli occhi in modo scherzoso. Il titolo dell’opera è HUIS THIS. L’artista ha dipinto frammenti di volti su sei di questi specchi, che coinvolgono l’osservatore in un gioco visivo e lo invitano a mettere in discussione la sua percezione della realtà. Nel settimo specchio possiamo leggere la scritta “integrati con l’opera d’arte e distorci la tua percezione. Afferra un amico affinché ti aiuti a fare una foto. Posizionati in modo che le linee del tuo viso combacino con i frammenti dei volti dell’opera. Scatta una foto e guarda com’è cambiata”. Volendo era possibile caricare immediatamente la foto su Instagram con l’ashtag #huisthis.

 

Immagini con diverse tematiche, tecniche e dimensioni si trovavano sulla quarta parete.  Tutte queste tuttavia cercano di rispondere allo stesso quesito dei lavori precedenti. Tutti i dipinti ad olio, per la maggior parte ritratti, costituiscono il tentativo di mostrarci la nostra fallace percezione della realtà e la nostra illusione di fronte al mondo. Perché un pennello dovrebbe giungere alla metà di un ritratto se non con la finalità di ingannarci e incoraggiarci a prenderci un momento e guardare il mondo da una prosfettiva differente. Dovremmo smettere di credere a ciò che vediamo a prima vista e restare scettici per considerare varie interpretazioni. Poremmo forse trovare la verità e la realtà seguendo questa strada. 

(SP)

En la primera exposición individual de Hu Huiming en Budapest había pinturas, libros quemados, fragmentos de caras pintadas en espejos y un enorme marco dorado con una pintura en miniatura de cm2x2 en este. Hay más de 40 obras de arte que fueron realizadas durante el mes de residencia de la artista.

¿Es una realidad? ¿O es solo una ilusión? ¿Estamos siendo engañados? ¿Estamos siendo escépticos?

Teniendo en cuenta la filosofía de la artista, la realidad es como “la flor en el espejo y la luna en el agua”. Como dijo Platón en su alegoría de la caverna, sólo podemos apreciar la sombra de la realidad. ¿Somos capaces de descubrir la verdad detrás de las sombras si nuestro conocimiento no es suficiente para ver a través de lo erróneo? Las pinturas de la artista representan su búsqueda hacia una respuesta a este pensamiento filosófico. Ella intenta involucrar a su público con un juego visual para que el pensamiento llegue a ser escéptico.

El trabajo principal de la exhibición, es una extensa pintura al óleo (900x80), situada en la pared principal del espacio expositivo. Ocho partes diferentes del cuerpo pueden ser descubiertas en esta pintura al óleo, en una localización montañosa con cinco libros quemados en la parte superior. La creación de grandes pinturas al óleo es parte de la cultura tradicional china, aunque las pinturas más pequeñas son aún más populares. En el cuadro de las partes del cuerpo, la artista se inspiró en famosas obras clásicas (‘El David’ de Michelangelo, o ‘El origen del mundo’ de Courbet.). Entre las partes del cuerpo, una mujer con un cuerpo de hombre obtiene el protagonismo de la obra que simboliza el centro del universo, el ying y el yang (el hombre y la mujer). Las partes del cuerpo expresan ocho principios de la realidad: el cielo, la tierra, el fuego, el agua, el viento, la tormenta, los lagos y las montañas. Se hacen llamar Ba Gua (o los ocho símbolos) en la cosmología Taoísta. Estos principios son representados por tres trigramas (continuos o separados) y representan el ying y el yang. Estos trigramas también están conectados a los cinco elementos (metal, madera, agua, fuego y tierra) que aparecen en la forma de los cinco libros pintados en la obra.

A la izquierda de la gran pintura al óleo, se puede encontrar un grupo de 25 libros quemados que, de forma similar, intentan encontrar una respuesta a las preguntas filosóficas discutidas anteriormente. Las páginas de los libros ya no se pueden pasar, los propios libros adquieren un nuevo significado cuando se

pegan y se vuelven a pintar. Los libros, ediciones originales húngaras de la década de los 60-70, fueron adquiridos por la artista en librerías de segunda mano en Budapest. Ella quemó los libros y los sumergió en un pegamento natural fabricado por ella misma a partir de sopa de arroz. Luego, los dejó secar durante una semana. Con el tiempo, los libros se volvieron tan duros como la madera perdiendo completamente sus funciones originales y adquiriendo un nuevo significado. La artista realizó pinturas al óleo figurativas no terminadas en la zona central de cada libro (como manos, una o más caras, un paisaje). Las obras de arte creadas mediante este método, rinden homenaje a la memoria de la gran quema de libros que tuvo lugar durante el reinado del primer emperador chino, Qin Shihuang hace 2200 años. También se refiere a lo que las personas hacen sobre su cultura, es decir, intentan reconstruirla cuando ha sido destruida.

En la pared contraria, siete redondos espejos nos miran a los ojos de una manera lúdica. El nombre de esta obra es: HUISTHIS. La artista pintó fragmentos fáciles en seis de estos espejos, que involucran al observador en un juego visual y lo invitan a cuestionar su percepción de la realidad. En el séptimo espejo, podemos leer un manual que dice: “Interactúa con la obra de arte y distorsiona tu propia percepción. Pide a un amigo para tomar una foto, colóquese de forma que su cara se alinee con la cara fragmentada de la obra de arte, tome una foto y mire cómo ha cambiado”. (#huisthis)

Las imágenes con diferentes temas, técnicas y tamaños pueden ser encontrados en la cuarta pared. Sin embargo, todas estas imágenes intentan encontrar la misma respuesta de las anteriores obras. Todas las pinturas al óleo, fundamentalmente retratos, son un intento de mostrarnos nuestra fallida percepción de la realidad y nuestro engaño sobre el mundo. ¿Por qué un pincel se mete en medio de un retrato, si no es para engañarnos y advertirnos a tomar un momento y mirar el mundo desde un distinto ángulo? No deberíamos creernos lo primero que vemos, sino mantenernos escépticos y considerar varios tipos de interpretaciones posibles. Podemos encontrar la verdad y la realidad en el camino, si persistimos en nuestra búsqueda.

 

(CH)

       胡慧明在布达佩斯的首个个展,由油画、被焚烧过的书、镜面上局部肖像绘画,和一个巨大画框(cm140x220)内的一幅两厘米边长的正方形微型油画组成。艺术家在一个月的艺术驻馆期间,创作了这四十多幅作品。

     什么是真实呢?或者说我们看到的都是幻象?我们被蒙蔽了吗?我们该秉持怀疑的态度吗?

    根据艺术家的哲学,真实就像镜花水月。正如柏拉图在洞穴的寓言中解释的一样, 我们只能够看到真实的影子。如果我们的认知不够看清骗局,难道我们能发现影子背后的真实吗?艺术家创作的作品代表了她在回答这个问题时的研究。事实上她试图通过视觉游戏的方式将观众带入并鼓励他们成为怀疑论者。

     展览的中心,一幅长画卷(cm900x80)被布局在展厅的中心。我们可以看到八个人体的不同部分被分部在一幅中国山水画中(取自王希孟《千里江山图》),在长卷的顶端摆有五幅被焚烧过的书上绘画。相比传统的中国画长卷,这幅可称放大版。在绘画元素上,艺术家追溯了米开朗基罗在1501年至1504年间创作的《大卫》和库贝尔1866年的《世界的起源》。画面被一个两张重叠的女人像和男性身体结合的肖像由正中心分开,正是艺术家该作品的焦点---世界的中心,阴和阳的结合。事实上这个作品中,八个人体部分正代表了八卦:乾、坤、坎、离、震、巽、艮、兑,而上面的五本书则代表五行:水、火、金、木、土。

    在长卷的左边,一共有25幅被烧过的书,艺术家用了异曲同工的方式回答了她提出的哲学问题。这些精装书大都出版于上世纪六七十年代的匈牙利书籍,艺术家在布达佩斯的古董集市找到了它们。艺术家将书烧过之后,自己熬制了米做的浆糊再把它们分别粘合了起来,大概要等一个星期以上书本才能完全干透成为一个硬质的面板,完全丧失了它们的原始功能,无法再被翻开,却有了新的意义---成为了绘画的载体。艺术家在每本书的中心都画了未完成的画(比如手,脸,风景等)。这一系列动人心弦的作品是艺术家为了纪念公元前213至212年中国历史上秦始皇焚书坑儒的悲剧历史事件而作,也映射出不分种族、不分地域的一种人类的反复行为:破坏自己的文化而后去追溯、找寻丢失的文化。

    在长卷的右墙,七幅镜子在墙上用诙谐的方式盯着我们的眼睛。这一系列作品的名为《HUISTHIS?》(音同英文:who is this?—这是谁?同who同音用的HU是胡慧明的姓和匈牙利的缩写,也可译为:胡慧明是这样的?/匈牙利是这样的?)。艺术家在镜面上绘画了不同的脸的局部,将观者带入一个视觉游戏中,同时也邀请观者对此刻真实的感知进行讨论。在‘怀疑’的镜子上写着:“和镜子中的绘画碎片相结合,你的感知被歪曲时,请一位你的朋友为你拍照,找到你和镜面绘画结合的角度,然后看一看你的脸变成了什么样。”如果大家愿意,可以将照片发到instagram上并圈出#huisthis。

    最后一面墙上有着不同尺寸、题材和技法的作品,当然也是在‘镜花水月’的主题之中。以肖像为主,这些作品建立起一种展现我们对真实的错误感知和对世界的认知幻象。为什么一支画笔会穿过一支眼睛,其目的难道不是为了欺骗和鼓励我们换一个角度看世界吗?我们或许应当停止相信我们对一切事物的初次印象,秉持一种怀疑的态度来看待不同的表面现象,通过这条道路我们可能可以找到真正的真实。

Solo show in BAF  press_release (ENG)

Solo show in BAF press_release (HUN)

Occhi neri, sguardo vispo incorniciato da briosi occhiali rossi, capelli lunghi e fluenti, corpo giovane ed esile avvolto in un bel tubino rosso, Hu mi apre la porta del suo atelier sorridendo. Una mansarda in un edificio storico, con abbaini per guardare il cielo e ampie vetrate per osservare il panorama lunare delle Apuane, rosicchiate dalle cave di marmo. Un piccolo laboratorio pieno di tele, quadri, pennelli, tubetti di colore, tasselli colorati di prova sui muri, cartelle piene di disegni e schizzi. Hu mi spiega come prepara da sola le sue tele e tavole,  seguendo una tecnica tradizionale italiana, con gesso e colla animale. Mi guida fra le tele, spiegando con composta gentilezza i lavori più recenti; fra tele e cavalletti ascolto il suo italiano fluido, con consonanti dolci e congiuntivi perfetti, che mi illustra un universo pittorico e simbolico: donne cinesi in abiti tradizionali, principesse guerriere, maschere da cui fuoriescono altre identità, sagge civette e imponenti gufi che si umanizzano in coppie di genitori. Una natura in trasformazione: donne che divengono ananas, alberi che diventano persone, neonati transformers, bambini multicolori, esplosioni di fiori e piante, brillanti anturium rossi smaltati spiccano in tradizionali nature morte, si aggrappano come orecchini su ritratti di ragazze occidentali. Giochi di colore e sovrapposizioni di significati. Ritratti di uomini e donne con lo stesso titolo “L'amore è cieco e muto”. Il puzzle dell'arte in divenire di questa giovane donna si costruisce fra chine, ventagli, acquarelli, inchiostri e piccole sculture di carta e gesso. Insieme ripercorriamo il suo viaggio dalla città natale della Cina a Carrara: un giovane talento alla ricerca delle tecniche per esprimersi e perfezionarsi. Il viaggio dei suoi studi , fra due continenti, sulle orme di Caravaggio, dalla Berlino devastata dalla seconda guerra mondiale della tela San Matteo e L'angelo  alla Roma di San Luigi dei Francesi, attraverso i bagliori seducenti della luce del ritratto della Maddalena. Fra giochi di luce e pennellate di colore la morte- con un sorriso ambiguo e sensuale - cattura anime per l'ultimo viaggio. Angeli caduti, brividi di morte, cesti di frutti rigogliosi, efebi enigmatici, ritratti di giovani sorridenti: ripercorriamo insieme il viaggio della sua tesi di laurea, della sua crescita artistica culminata nella tela dello ”specchio eterno”: una donna incinta sdraiata con una candela accanto a un teschio, in parallelo al viaggio della crescita umana. Bocciolo di rara bellezza sopravvissuta alla terribile selezione cinese che accetta solo maschi, guerriera che combatte la tradizione dei matrimoni precoci, donna e artista determinata che viaggia per il mondo, reinterpretandone scorci, paesaggi e tradizioni.   In una continua contaminazione fra vita e pittura, ripercorriamo insieme anche le tappe della nostra  amicizia: dall'incontro a una mostra di mail art sull'immaginario felliniano al viaggio in Cina in cui lei mi ha mostrato panorami, usanze, contraddizioni, illustrandomi una cultura millenaria con pochi, semplici gesti, passando attraverso le compite ed eleganti cerimonie del tè, le cene italiane e i pranzi cinesi, le tante, tante domande intercorse fra noi per email, whatsapp, dal vivo, messengers, (sostituito da Q mentre è in Cina). Indimenticabili le nostre passeggiate alla scoperta di risaie a terrazze, panorami carsici di bellezza sfolgorante, pagode colorate: con Hu  visito città e paesi già visti nei suoi disegni, con l'impressione di entrare ancora più profondamente nel suo mondo. Un percorso di pittura ed esperienza, la nostra amicizia, eloquenti silenzi e sorrisi, interminabili conversazioni sdraiate sul materasso nell'abbaino sospeso fra stelle e nuvole, telefonate sfumate in più lingue, in cui Hu dissemina suoni cinesi per spiegarmene il significato, lettere lunghe per compensare le reciproche assenze e ore sui quaderni di cinese per superare le tante difficoltà di comunicazione. Illustrando le  opere, Hu mi racconta della sua città natale, della tradizione della ceramica, dei sigilli e dei gioielli che mi ha regalato, della motivazione a emergere fra tantissimi studenti che spinge a lavorare e studiare freneticamente giorno e notte, delle trappole della vita e dei tentacoli del mondo del lavoro, del precariato, degli accordi poco chiari e sempre disattesi, delle sconfitte e delle soddisfazioni. Mi narra delle ore di silenzio trascorse a ritrarre persone per conoscerle più a fondo, mentre osserva fuori dalle finestre la luce spettrale del marmo e che ritrae in omaggi alla bellezza assoluta del bianco e delle rare venature di grigio. Giovane donna alla ricerca della perfezione, ritratti dalla precisione fotografica, dettagli minuziosamente curati; delicatezza e profondità delle pennellate, maestria del colore a volte acceso a volte magistralmente sfumato...rappresentazioni immaginifiche.. Giovane donna in cerca della sua strada per le città europee, abile, perfezionista disegnatrice alle prese con la continua sfida della complessità, alla costante ricerca della luce migliore, della possibilità ulteriore per cui si impegna e studia duramente. La stella di Hu brilla nel firmamento delle giovani artiste straniere, colleziona premi e qualificazioni nei concorsi di pittura, corona i suoi brillanti studi in Italia con uno studio e un'interpretazione personale della pittura di Caravaggio, fonda l'associazione Amicina per costruire legami solidi italo- cinesi, tesse reti di rapporti virtuali e umani fra più continenti, realizza il sogno di coordinare le  eccellenze cinesi presenti in Italia in vari settori artistici e culturali. Viaggia per l'Europa ritraendo passanti, monumenti e basiliche, rimane affascinata dall'organizzazione sociale dei Paesi del Nord Europa, si lascia sedurre dalla rilassata vita madrilena senza mai perdere il ritmo costante dello studio e dell'esercizio figurativo e pittorico, traduce il suo nome in italiano evidenziando la caratteristica del suo essere : Costanza. Costanza nell'impegno, nello studio e nelle amicizie, costanza negli anni di perfezionamento dell'italiano che l'hanno portata a parlare e a comprendere molto bene la mia lingua, pilastro della nostra complessa comunicazione. Brillante e perspicace, curiosa del mondo e delle tante cose da scoprire, Hu svolge un ruolo prezioso per me: ritrae i sorrisi di mio figlio e momenti particolari della sua crescita, illumina la mia casa e il mio ufficio con macchie di colore colorate, ma soprattutto riempie la mia vita di domande e dubbi, che mi stimolano a comprendere e a crescere, a cercare altrove la soluzione dei tanti problemi quotidiani ed esistenziali. Un sodalizio in evoluzione, il nostro, un percorso di differenze e di crescita : il ciclo della crescita è proprio il titolo dello splendido quadro che illumina di gioia le mie ore in cucina, in cui Hu ha dipinto la bellezza sensuale delle mie orchidee, candide e carnose, immerse nella luce perfetta del mattino filtrata dai vetri della finestra e dalla vicinanza del mare, la cui magia cromatica e il  respiro segreto sono evocati dallo sfondo azzurro. Sapienza pittorica di una giovane donna che ha colto in questo regalo alla mia quotidianità  la perfezione della natura esplosa in fiori immacolati e superbi, l'ombra impalpabile degli alberi del giardino dell'infanzia, il desiderio di gioia e di bellezza nascosto in ogni essere, la vita che scorre nelle piante e in noi che le curiamo. Una preghiera segreta per l'ambiente e per la natura, per le donne d'acqua ritratte dai suoi pennelli e dalle sue delicate sculture, ragazze con chiome fluenti come ruscelli, una preghiera per la vita e per le donne sue vestali. Da qualche anno condivido con Hu il gesto di cura del pianeta tramandato da mia madre di  piantare semi, alberelli e piantine in autunno, il giorno della festa degli alberi. Un gesto di speranza per il suo Paese inquinatissimo, per la mia amata Africa in cui anni fa ho piantato speranzosa acacie e ibiscus, per il futuro del mio bambino, che Hu ritrae spesso, con affetto  e dedizione, e con attenzione ai continui  cambiamenti della crescita.                                   

 

Aprile 2016

Franca Dumano  

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